mercoledì 5 giugno 2013

TESTO della richiesta di moratoria delle discariche di amianto in Lombardia

Milano, 27 maggio 2013

Al Presidente del Consiglio della Regione Lombardia

All’Ufficio di Presidenza del Consiglio della Regione Lombardia

Alla Terza Commissione Sanità e Politiche sociali

Alla Quinta Commissione Territorio e Infrastrutture

Alla Sesta Commissione Ambiente e Protezione civile


OGGETTO: richiesta di moratoria immediata degli iter autorizzativi delle istanze di realizzazione di discariche di amianto; revisione delle autorizzazioni già concesse per discariche di amianto; costituzione di un gruppo di esperti super partes che certifichi le migliori tecnologie disponibili di trattamento ed inertizzazione del rifiuto amianto, fermo restando l’obbligo di informazione nei confronti della popolazione interessata.

La sottoscritta d.ssa Maria Megna, in qualità di rappresentante di ‘Cittadini contro l’amianto’, anche in nome e per conto di Comitato ambiente Treviglio - Bergamo, Comitato civico intercomunale di tutela salute e ambiente (Telgate, Palazzolo sull’Oglio, Palosco – Bergamo), Comitato per la tutela del territorio dell’ambiente e della salute (Sedrina – Bergamo), Comitato salute e diritti sociali (Pavia), intende richiamare l’attenzione sulla pericolosità dei progetti di discarica di amianto in corso di valutazione presso gli uffici regionali competenti e anche sulle discariche di amianto già autorizzate.

PREMESSO CHE

Sul territorio lombardo vi sono attualmente:

- quattro procedimenti autorizzativi in corso per la realizzazione di discariche di amianto a Treviglio (BG), Sedrina (BG), Cava Manara (PV), Ferrera Erbognone (PV)

- un procedimento autorizzativo in corso per un progetto di gestione produttiva dell’Ateg39 con recupero delle aree mediante attivazione di impianto di discarica a Telgate (Bergamo)

- tre discariche di amianto già autorizzate, ma attualmente non funzionanti perché tutte e tre sotto sequestro penale, e precisamente:

- a Cappella Cantone (Cremona), sotto sequestro penale dal 30 novembre 2011 quando sono stati arrestati per corruzione e traffico illecito di rifiuti il titolare della discarica Pierluca Locatelli, il suo consulente Andrea Oldrati, il coordinatore dell’Arpa regionale Giuseppe Rotondaro e il vice presidente del consiglio regionale Franco Nicoli Cristiani

- a Brescia località San Polo, sotto sequestro penale dal 18 ottobre 2012 per ignorate misure di sicurezza

- a Montichiari (Brescia), sotto sequestro penale dal 23 ottobre 2012 per attività di gestione di rifiuti in difformità alle prescrizioni autorizzative

VISTA

la direttiva 2008/98/CE del PE e del Consiglio del 19 novembre 2008 che stabilisce che lo smaltimento è all’ultimo posto nella gerarchia dei rifiuti e promuove il riciclo del rifiuto stesso

(per il testo integrale consultare il link http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2008:312:0003:0030:IT:PDF)

VISTA

la risoluzione del Parlamento europeo, approvata il 14 marzo 2013, sulle minacce per la salute sul luogo di lavoro legate all'amianto e le prospettive di eliminazione di tutto l'amianto esistente che

(per il testo integrale consultare il link http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?type=TA&reference=P7-TA-2013-0093&language=IT&ring=A7-2013-0025)

- al punto E recita: “considerando che il conferimento dei rifiuti di amianto in discarica non sembrerebbe il sistema più sicuro per eliminare definitivamente il rilascio di fibre di amianto nell'ambiente (in particolare nell'aria e nelle acque di falda) e che pertanto risulterebbe di gran lunga preferibile optare per impianti di inertizzazione dell'amianto”

- al punto F recita: “considerando che la realizzazione di discariche di rifiuti di amianto è una soluzione solo provvisoria del problema, che così viene lasciato alle future generazioni, essendo la fibra di amianto pressoché indistruttibile nel tempo”

- al punto 32 recita: “sottolinea che, per quanto riguarda la gestione dei rifiuti di amianto, devono altresì essere adottate misure – con il consenso dei cittadini interessati – volte a promuovere e sostenere tanto la ricerca nell'ambito delle alternative ecocompatibili quanto le tecnologie che se ne avvalgono, nonché a garantire procedimenti quali l'inertizzazione dei rifiuti contenenti amianto, ai fini dell'inattivazione delle fibre di amianto attive e della loro conversione in materiali che non mettono a repentaglio la salute pubblica”

- al punto 33 recita: “ invita la Commissione e gli Stati membri a rafforzare i controlli necessari per imporre a tutte le parti interessate, in particolare ai soggetti coinvolti nel trattamento dei rifiuti di amianto nelle discariche, il rispetto di tutte le disposizioni in materia di salute di cui alla direttiva 2009/148/CE, e a garantire che qualsiasi rifiuto contenente amianto, indipendentemente dal contenuto di fibre, sia classificato come rifiuto pericoloso ai sensi della decisione 2000/532/CE aggiornata; sottolinea che tali rifiuti devono essere smaltiti esclusivamente in specifiche discariche per rifiuti pericolosi, in conformità della direttiva 1999/31/CE, o, previa autorizzazione, essere trattati in appositi impianti, testati e sicuri, di trattamento e inertizzazione, e che la popolazione interessata deve essere informata al riguardo”

PRESO ATTO CHE

l’attuale normativa nazionale prevede una differenziazione tra rifiuti speciali di amianto pericolosi e non pericolosi, contravvenendo alle indicazioni della decisione 2000/532/CE aggiornata

(per il testo integrale consultare il link http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/site/it/consleg/2000/D/02000D0532-20020101-it.pdf)

CONSIDERATO CHE

tutti i suddetti progetti in corso di autorizzazione e le succitate discariche di amianto già autorizzate prevedono di smaltire rifiuti di amianto non pericolosi

SOTTOLINEATO CHE

le problematiche riferite alle discariche contenenti amianto hanno generato molti dibattiti e studi i cui risultati non lasciano dubbi in merito. Tutti i gruppi di ricercatori in tutto il mondo hanno dimostrato che l'amianto nella roccia è inerte solo se è allo stato naturale: le fibre sulle rocce hanno dimensioni non respirabili se non sono state sbriciolate meccanicamente, quindi le rocce con amianto non nuocciono a nessuno. Quando l'amianto è oggetto di coltivazione mineraria, di macinatura, diventa polvere che viene usata per produrre manufatti in cemento o altro qualsivoglia manufatto, in pratica viene "attivato" ( si vedano gli studi dell'Istituto Scansetti di Torino, Dr.ssa Bice FUBINI, una delle migliori esperte della materia in Europa) e diventa quindi veicolo di problemi. Nel momento in cui una lastra di ETERNIT viene interrata, è dimostrato che il legante cementizio viene aggredito molto rapidamente. Il cemento viene disgregato e quindi dissolto, lasciando la fibra libera di muoversi e di essere trasportata dal percolato. 1)

Quando il percolato raggiunge il punto di raccolta dovrebbe essere filtrato 2): perché questa operazione risulti efficace si dovrebbe usare un impianto a osmosi inversa, ma visti i costi che questa tecnologia comporta non viene mai utilizzata. Attualmente vengono utilizzati filtri meccanici, che si saturano velocemente e che quindi rilasciano fibre senza alcun controllo, le quali entrano nel circuito delle acque superficiali che, data la loro carica elettrica di superficie, tendono a legarsi alle particelle organiche presenti nelle acque e ad emergere. Dopo alcuni mesi, svariate centinaia di grammi di fibre per mc di acque "filtrate" tenderanno ad essere messe a contatto con l'atmosfera.

Le fibre di amianto possono provocare nel lungo termine un possibile inquinamento del sistema idrologico superficiale e delle falde sotterranee.

Le discariche non sono la soluzione ottimale per smaltire l'amianto per due ragioni principali: non eliminano il rifiuto, ma ne producono di nuovo: il percolato, ricco di fibre di amianto che ritornano quindi nell’ambiente, ed hanno costi ambientali elevati perché occupano territori mai più recuperabili e vi è necessità di un monitoraggio costante e per sempre.

Note:

1) Il convegno di Roma 'L'industria e l'amianto' organizzato dal CNR (consiglio nazionale delle ricerche) nel novembre del 2002 http://www.salute.gov.it/resources/static/primopiano/amianto/BROCHURE_Convegno_CNR.pdf
In evidenza la relazione di F. Paglietti e altri sulle analisi effettuate sui percolati di discarica Barricalla spa di Torino che hanno accertato la presenza di un numero notevole di fibre di amianto
http://www.cnr.it/sitocnr/Iservizi/Edizioni/Catalogopubblicazioni/Catalogo.html?voce=1&pag=703
2) Progetto LIFE-Fall dell'universita di Venezia sul nuovo sistema di filtraggio delle fibre di asbesto nel percolato proveniente da discariche di rifiuti pericolosi. Invece di usare i comuni trattamenti biologici e chimico-fisici, che sono inadeguati per le fibre di asbesto, verrà realizzato on-site un pre-trattamento MW-UF (microwave and ultra filtration) http://www.unive.it/nqcontent.cfm?a_id=15597

EVIDENZIATO CHE

la questione del tipo di smaltimento è stata dibattuta quasi vent’anni fa, nel 1994, quando il Consiglio Nazionale delle Ricerche aveva prodotto documenti e studi, pagati dal Ministero della Sanità, che dimostravano che i trattamenti termici, chimici o meccanochimici potevano risolvere in modo definitivo il problema dello smaltimento dell’amianto 3)

3) Audizione alla commissione bicamerale sui rifiuti di Anna Marabini, coordinatore della commissione di studio del CNR sull'amianto, e di Paolo Plescia, componente della stessa commissione
http://www.camera.it/_dati/leg13/lavori/stenbic/39/2000/0203/s030.htm

TUTTO CIO’ PREMESSO E SOSTENUTO

SI CHIEDE

1. che gli iter autorizzativi in corso per i progetti di discariche di amianto a Treviglio (BG), Sedrina (BG), Telgate (BG), Cava Manara (PV), Ferrera Erbognone PV) siano sospesi alla luce della risoluzione del Parlamento Europeo del 14 marzo 2013 e del disposto della decisione 2000/532/CE aggiornata

2. che le autorizzazioni già concesse a Cappella Cantone (CR), Brescia e Montichiari (BS) siano revisionate alla luce della risoluzione del Parlamento Europeo del 14 marzo 2013 e del disposto della decisione 2000/532/CE aggiornata

3. che venga istituito un gruppo di esperti super partes, individuato tra le migliori competenze a livello tecnico-scientifico in materia, che certifichi le migliori tecnologie disponibili a livello europeo di trattamento ed inertizzazione del rifiuto amianto, fermo restando l’obbligo di informazione nei confronti della popolazione interessata

Rimaniamo a disposizione per qualunque altro chiarimento si rendesse necessario

d.ssa Maria Megna per Cittadini contro l'amianto

Comitati co-firmatari:
Comitato ambiente Treviglio – Bergamo
Comitato civico intercomunale di tutela salute e ambiente
(Telgate, Palazzolo sull’Oglio, Palosco – Bergamo)
Comitato per la tutela del territorio dell’ambiente e della salute (Sedrina – Bergamo)
Comitato salute e diritti sociali (Pavia)

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